Il sito preistorico di Palù di Livenza è ufficialmente sito UNESCO dal 27 giugno 2011. Prende il suo nome dall’area acquitrinosa a valle della sorgente della Livenza, sulle falde sud-orientali del Monte Piancavallo. Lo stato paludoso dell’area, compresa fra le risorgive del fiume e le marcite a valle, permette la dimora di molte specie vegetali igrofite e di un’avifauna tipicamente palustre.
Il valore archeologico dell’area è noto dagli anni ’60, in cui a seguito a lavori di scavo, vennero alla luce antichi pali lignei assieme a numerosi resti fittili e litici, testimoni dell’esistenza di antichi insediamenti palafitticoli. Studi di carattere geologico hanno permesso di ricostruire la storia del bacino del Palù a partire dal Tardoglaciale, che ha visto nel corso dei millenni la trasformazione da lago a torbiera semiasciutta, attraversata attualmente dai rami fluviali della Livenza. Ricognizioni nel ramo Molinetto del Livenza hanno consentito di raccogliere materiali che provano la prima frequentazione della località nel corso della fase finale del Paleolitico superiore. La più intensa ed estesa frequentazione del Palù ci fu tuttavia nel corso della fase finale del Neolitico, quando nell’area umida si sviluppò un abitato palafitticolo. Dai dati raccolti nell’area indagata negli anni ’90 dello scorso secolo è stato possibile ricostruire almeno tre tipologie costruttive delle strutture palafitticole, relative a fasi insediative distinte, cronologicamente databili tra il 4.500 e il 3.800 a.C. circa. I materiali rinvenuti e recuperati nelle diverse campagne di ricerca e scavo sono molto numerosi e costituiti principalmente da strumenti in pietra scheggiata e da frammenti ceramici; meno comuni, ma attestati sono anche gli oggetti di legno tra i quali di rilievo sono un frammento di remo o pagaia, un grande vaso, un frammento di immanicatura d’ascia e un attingitoio in corso di lavorazione. Interessanti i dati paleobotanici che hanno consentito la ricostruzione delle attività agricole neolitiche e dell’habitat esistente riconducibile al cosiddetto querceto misto popolato da cervi, caprioli e cinghiali.
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Il sito è raggiungibile sia dal comune di Caneva, sia da quello di Polcenigo.
Sono due i percorsi possibili:
– si attraversa la frazione Fiaschetti, via Livenza, Tarcisa e via Longone
– si attraversa la frazione Sarone, via Col de Ros, poi possibilità di arrivare al Palù attraverso la strada pedemontana o via Longone.
Dal centro abitato di Polcenigo si percorre via Roma fino a raggiungere la Chiesa di San Rocco, poi via Livenza, fino a raggiungere il parcheggio sterrato nel quale è situata la cartellonistica informativa.
Soprintendenza per i Beni Archeologici per il Friuli Venezia Giulia
Piazza della Libertà, 7 – 34132 Trieste
e-mail: sba-fvg@beniculturali.it
Comune di Caneva
Piazza Martiri Garibaldini, 8 – 33070 Caneva
www.comune.caneva.pn.it
Comune di Polcenigo
Piazza Plebiscito, 1 – 33070 Polcenigo
www.comune.polcenigo.pn.it